Tra Catanzaro e Spezia, che al Nicola Ceravolo stasera si giocano tanto: una buona fetta della finale playoff per la B, prevale la prudenza. O la paura, fate voi! Tutte e due le contendenti puntano infatti all’ultimo doppio confronto decisivo della stagione, ma sanno che per accedervi devono… superarsi (allo Spezia in realtà basterebbero pure due pareggi) potendo però sbagliare poco. Forse nulla. Soprattutto il Catanzaro, che come premesso in virtù del peggior piazzamento in classifica ha un solo risultato possibile nell’ottica del doppio confronto: almeno una vittoria e quindi almeno un gol in più degli avversari. Ecco perché questa prima semifinale, la seconda è quella tra Juve Stabia e Cremonese, è uno dei match più brutti (e… bloccati) mai visti negli ultimi 7-8 anni con le Aquile in campo. In particolare, per la verità, in un primo tempo con zero tiri nello specchio della porta. A eccezione di una fiacca (anzi, fiacchissima) punizione dei liguri al 42’ circa. Tiro buono per sporcare i guanti di Pigliacelli, ma giusto un pochino. Nemmeno tanto.
Una ripresa shock per i tifosi di fede giallorossa
Durante l’intervallo si spera, però si freme anche. L’auspicio è di assistere a una ripresa diversa. Molto diversa. Soprattutto per chi ha pagato il biglietto per essere sugli spalti del vecchio Militare. E così sarà. Ma non certo nel modo auspicato dal pubblico di casa. Che al 3’ assiste al più classico dei contropiede, una veloce ripartenza come si dice adesso, con Di Serio a cui spetta soltanto il compito di spingere in porta (vuota) il pallone dopo una splendida giocata del compagno Aurelio. Poco prima del quarto d’ora, invece, è ancora Di Serio a ripartire veloce con tiro dalla distanza. Ma su cui stavolta Pigliacelli può metterci una pezza. Lo Spezia, tuttavia, sale di colpi e a farne le spese è ad esempio uno Scognamillo in difficoltà. Che fa falli a ripetizione come quello su cui al 15’ Francesco Pio Esposito, nell’occasione ispiratosi al più talentuoso fratello Salvatore, fredda Pigliacelli per un pesante 2-0 o 0-2 se preferite. E le Aquile? Provano, un po’ a strappi a fare qualcosa anche grazie ai cambi. Ma stasera, con la D’Angelo-band, ci vorrebbe ben altro che un po’ di generosità. Ma la squadra di Caserta ha poco di diverso da offrire.
Conclusioni
Peccato per un Catanzaro generoso, ma con dei limiti (anche e soprattutto nella conduzione tecnica) evidenti. E per tutto il corso della stagione regolare, solo in apparenza “fotocopia” di quella di un anno fa. Inutile e poco onesto sarebbe infatti dire che, alla fine della fiera, anche in caso di eliminazione ad opera dello Spezia l’esito del campionato sarà identico a quello dell’anno scorso in tutto e per tutto. Perché è solo formalmente vero. Ma in realtà falso. Falsissimo. Comunque sia, formalmente, non tutto è perduto. C’è un ritorno da giocare. Solo che affrontarlo così, dovendo cioè vincere all’Alberto Picco di La Spezia con quantomeno 3 gol di scarto è come scalare il K2. Però chissà. Intanto, dall’altra parte per così dire, la Juve Stabia si tiene in vita contro la corazzata Cremonese, di cui non è vittima sacrificale a differenza delle Aquile di stasera.
