Riceviamo e pubblichiamo
La Giornata Internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, che si celebra ogni anno il 17 maggio, non è soltanto un momento simbolico di riflessione e memoria, ma rappresenta un richiamo urgente alla responsabilità di ciascuno, in particolare delle istituzioni, nell’affermare diritti, tutelare dignità e contrastare ogni forma di discriminazione legata all’orientamento sessuale o all’identità di genere.
Questa ricorrenza nasce nel 1990, quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha finalmente rimosso l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali, segnando una svolta storica nella battaglia per il riconoscimento delle persone LGBTQIA+.
Ma quel traguardo, seppur fondamentale, non ha ancora prodotto un cambiamento pieno e diffuso nella società, e ancor meno nel tessuto istituzionale.
Per questo, oggi più che mai, serve tradurre i valori dell’inclusione in scelte concrete, capaci di incidere nella vita quotidiana delle persone.In quest’ottica, nei prossimi giorni sarà esaminato in commissione consiliare il Regolamento per l’attivazione dell’identità alias per il personale comunale.
Si tratta di una proposta che ritengo doverosa, giusta e profondamente rispettosa del diritto di ciascuno a essere riconosciuto per ciò che è, anche negli ambienti lavorativi pubblici.
Consentire a chi è in un percorso di transizione di genere di utilizzare un nome coerente con la propria identità non è soltanto una questione burocratica, ma un gesto concreto di attenzione, sensibilità e civiltà.
Il mio auspicio è che il Comune di Catanzaro possa dotarsi al più presto di questo strumento, allineandosi a quanto già fatto da altre amministrazioni italiane, e diventando così un esempio positivo di inclusione nel Sud e nel Paese.
Abbiamo il dovere di costruire una città che non escluda, che non emargini, che non giudichi, ma che sappia accogliere e valorizzare le differenze come ricchezza per l’intera comunità.
Una città che non lasci indietro nessuno e che sia, finalmente, un luogo in cui ogni persona possa sentirsi libera, sicura e pienamente riconosciuta”.
Gutenberg
“Ho voluto essere presente per portare il mio saluto all’apertura della ventiduesima edizione del Progetto Gutenberg, fiera del libro, della multimedialità e della musica. Un’occasione per me sicuramente lieta, ma vissuta anche con senso del dovere e di riconoscenza.
Il progetto, infatti, è ormai un lungo viaggio, intrapreso nella nostra Catanzaro ma che progressivamente ha saputo farsi conoscere e soprattutto accreditare come uno degli eventi culturali più significativi che si celebrano ogni anno in Italia.
Sul palcoscenico del Gutenberg hanno sfilato le personalità più autorevoli di diverse branche del sapere, sono stati trattati i temi di più stringente attualità, grazie a una formula intelligente che ha garantito, soprattutto ai più giovani, di apprendere, riflettere, maturare coscienza. In una parola: crescere.
È qui che il progetto assurge a un ruolo di importanza cruciale: essere cioè non solo un incubatore culturale di alto profilo ma anche un attore della crescita sociale nel senso più ampio del termine.
Da questo punto di vista, l’edizione 2025, il suo titolo: “Ombre e luci del domani”, si annunciano ancora una volta come un’occasione di approfondimento delle sfide complesse e difficili a cui siamo chiamati tutti, ciascuno per la propria parte e le proprie responsabilità.
Il parterre degli ospiti è ancora una garanzia di qualità; lo saranno anche i risultati. Buon lavoro, dunque e grazie sempre agli organizzatori che, da anni, consentono alla città di mostrare una delle sue facce migliori”.
Allarme Cisl medici
Qualche giorno fa avevo denunciato pubblicamente l’anomalia della convenzione da 27mil di euro tra Regione Calabria, Università della Calabria e AO Annunziata di Cosenza. Oggi la presa di posizione della Cisl Medici Calabria conferma quelle preoccupazioni.
Si allarga così anche sul piano tecnico il fronte di quanti sollevano seri dubbi sull’operato del commissario Occhiuto, che continua a gestire la sanità calabrese con scelte sbilanciate e discutibili.
Sono tre i punti critici che oggi emergono con forza.
Innanzi tutto, la convenzione risulterebbe priva di fondamento giuridico per violazione del D.Lgs. 517/1999; infatti, l’Annunziata di Cosenza non è riconosciuta come struttura universitaria e non potrebbe ospitare reparti a direzione universitaria. Salvo miracoli a colpi di decreto del commissario Occhiuto, naturalmente!
In secondo luogo, emergerebbe un uso improprio dei fondi europei FESR e la violazione, quindi, delle norme europee. Le risorse destinate a infrastrutture e tecnologie sanitarie per tutti gli ospedali della Calabria non possono essere dirottare per finanziare assunzioni universitarie e attività assistenziali ordinarie a Cosenza perché ci troveremmo in contrasto con i vincoli di programmazione.
Infine il rischio di danno erariale, perché la previsione di spesa dei 27mil sui 15 anni, ben oltre la scadenza del programma (2029), espone la Regione Calabria e l’Azienda Ospedaliera a potenziali sanzioni e alla revoca dei fondi, con rilievi possibili da parte della Corte dei Conti e delle Istituzioni europee.
La denuncia della CISL medici Calabria conferma il sospetto concreto che si stia favorendo Cosenza, città del presidente e commissario Occhiuto, permettendole di utilizzare risorse straordinarie destinate invece a tutti i presidi ospedalieri della Calabria.
È inaccettabile che si sottraggano fondi per retribuire personale universitario, eludendo normative nazionali e comunitarie.
Alla luce di questi elementi, il silenzio della politica – anche nazionale – è gravissimo. Si tratta di una vicenda che chiama in causa la legalità, la trasparenza e il rispetto dell’equità territoriale.
Non ci si può voltare dall’altra parte rispetto alla volontà pianificata di Occhiuto di concentrare tutti i finanziamenti sanitari e universitari nella sua Cosenza con un contestuale danno per i malati calabresi e la progressiva chiusura di tutti gli altri atenei calabresi.
Eventi di maggio
“Catanzaro sta vivendo in questi giorni un periodo di straordinario fermento culturale, sociale e creativo.
La città si trasforma in un palcoscenico diffuso grazie a una programmazione ricca e variegata, capace di coinvolgere tutte le generazioni e di valorizzare i nostri spazi più belli e significativi.
A partire dagli straordinari spettacoli di Sciò – con il suo programma completo che intreccia arte, teatro, musica e linguaggi contemporanei – fino alla seconda edizione del Festival del Fumetto Nuvola, che sta portando entusiasmo, colori e nuove visioni nei luoghi simbolici della città: dal centro storico al Complesso del San Giovanni, da Villa Margherita al Parco della Biodiversità.
Spazi che diventano laboratori aperti, piazze del pensiero e della creatività, dove pubblico e artisti si incontrano in un dialogo costante e generativo.
A questo fermento si aggiungono anche l’appuntamento importante come Carpe Wine, che sabato scorso ha unito cultura enogastronomica e socialità, e lo storico progetto Gutenberg, che continua a formare generazioni di lettori e lettrici con un programma completo di incontri e riflessioni, e il Festival Performing, altra preziosa occasione di sperimentazione e innovazione espressiva.
Catanzaro si racconta attraverso questi eventi come una città viva, accogliente, dinamica. Una città che investe nella cultura come motore di crescita, identità e coesione sociale. Continueremo a sostenere con convinzione questa direzione, certi che solo attraverso la partecipazione e la bellezza possiamo costruire una comunità più forte, consapevole e unita”.
Plauso per premio al locale privato Miraya
L’assessora alle Attività economiche, Giuliana Furrer, ha espresso il proprio compiacimento per il premio ottenuto dal Miraya Beach Park di Catanzaro, che si è aggiudicato il titolo di miglior Summer Disco Club d’Italia 2024.
“La nostra città – ha detto Furrer – deve sentirsi orgogliosa di questo riconoscimento che rappresenta un biglietto da visita formidabile per Catanzaro.
Non possiamo che essere grati alla proprietaria del locale, Mirea Rotundo, al direttore artistico, Manuel Corasaniti e ai loro collaboratori, per la passione e la determinazione con cui hanno portato al successo il locale, in un panorama come quello italiano dove, com’è facile immaginare, la concorrenza certo non manca ed è anche parecchio agguerrita.
È la dimostrazione plastica – ha aggiunto Furrer – che, motivazioni a parte, professionalità e competenza pagano. Ma paga soprattutto il non avere orizzonti ristretti e farne un proprio limite.
Il Miraya Beach Park si è messo su una lunghezza d’onda diametralmente opposta; ha coltivato un sogno e fatto tutto ciò che era necessario per trasformarlo in realtà.
Fanno molto piacere le parole di Rotundo e Corasaniti in occasione del premio, il loro senso di appartenenza a una terra che si lascia alle spalle ogni complesso da brutto anatroccolo ed consapevole di poter stare a pieno titolo su un palcoscenico nazionale. Ecco perché – ha concluso l’assessora – l’orgoglio del Miraya è anche il nostro orgoglio. Ad maiora semper!”.