Riceviamo e pubblichiamo
La scomparsa di Adriana Lopez è una notizia che abbiamo appreso con profondo dolore.
Nell’esprimere ai suoi familiari il più sentito cordoglio, a nome dell’amministrazione, è importante sottolineare il legame sincero e autentico che la scrittrice nutriva con la città di Catanzaro e che emergeva con forza dai suoi libri.
Dalla sua penna usciva fuori tutto l’amore per le bellezze e le ricchezze, materiali e immateriali, che il nostro territorio è in grado di esprimere, con un occhio di riguardo verso i luoghi e i personaggi che lo hanno caratterizzato.
Ricordo con ammirazione il lavoro che Lopez aveva dedicato al Teatro Politeama, raccontandone la nascita, legata al genio di Paolo Portoghesi, ed esaltando non solo le suggestioni di un edificio simbolo della città, ma anche il patrimonio di rapporti umani cresciuto attorno ad esso.
La scrittrice aveva, inoltre, realizzato un altro libro ispirato alla storia di Guglielmo Papaleo, simbolo dell’imprenditoria di successo che ha contribuito a fare grande la nostra comunità.
Catanzaro piange la scomparsa di una donna, intellettuale a tutto tondo, la cui memoria resterà viva tra le pagine dei suoi libri”.
S.Anna
“La recente decisione del Tar Calabria che conferma la decadenza dell’accreditamento per la Casa di cura Villa Sant’Anna rappresenta la conferma di una ferita profonda per la sanità calabrese e di un duro colpo per la città di Catanzaro.
Pur nel pieno rispetto delle determinazioni del Tar Calabria e senza entrare nel merito della sentenza, non possiamo esimerci dal sottolineare con forza le pesanti ricadute che tale provvedimento certifica contro i malati calabresi.
La perdita di posti letto e di professionalità di eccellenza in reparti come cardiochirurgia, Utic, emodinamica e terapia intensiva non può lasciare indifferenti.
È doveroso chiedersi leggendo tutta la cronistoria della vicenda, e quindi tornando a quello accaduto prima del Tar, se si sarebbe potuto fare diversamente. Il Commissario ad Acta Occhiuto avrebbe potuto assumere decisioni differenti come in tanti gli hanno più volte chiesto?
Regione Calabria e Commissario Occhiuto potevano non costituirsi contro il ricorso della clinica? Occhiuto, utilizzando con diversa visione i suoi poteri commissariali, avrebbe potuto evitare un danno oggettivo per malati e città di Catanzaro? Occhiuto si sarebbe comportato nello stesso modo qualora questa vicenda si fosse svolta nella sua Cosenza? A chi avrebbe dovuto rendere conto Occhiuto con i suoi poteri commissariali di comportamenti differenti?
Queste le domande dei cittadini e dei malati ai quali, nella regione della migrazione sanitaria, nessuno, purtroppo, darà risposta”.