Articolo e foto tratti da Sky Tg24
L’attentatore di Giovanni Paolo II ha rinunciato alla richiesta fatta qualche giorno fa temendo che la sua venuta a San Pietro per le esequie del Pontefice potesse essere strumentalizzata e considerata “un’azione di disturbo”.
Aveva fatto scalpore la sua richiesta di partecipare ai funerali di Papa Francesco: “Chiedo al governo italiano e quello Vaticano di permettermi di partecipare” alle esequie di Bergoglio. Così Alì Agca, l’attentatore di Giovanni Paolo II, in un video diffuso qualche giorno fa dal suo procuratore legale, Riccardo Sindoca. Alla fine l’ex lupo grigio (scarcerato definitivamente nel gennaio 2010 dopo l’estradizione in Turchia) ha rinunciato temendo che la sua venuta a San Pietro per le esequie del Pontefice potesse essere strumentalizzata e considerata “un’azione di disturbo”. Ma all’Adnkronos ha detto: “Verrò, anche se in un altro momento, per pregare sulla tomba del pontefice e per adempiere a una solenne promessa”.
“Solenne promessa”
A quanto riferisce il suo procuratore speciale, l’uomo che il 13 maggio 1981 sparò a Giovanni Paolo II in piazza San Pietro auspica che questo “Giubileo ponga le basi affinché le religioni tutte, in ossequio alle volontà di Nostra Signora di Fatima, si adoperino per la pace dei popoli e così per il bene di tutta l’umanità”: Agca, sottolinea, “non vuole che la sua volontà di pregare sulla tomba del Pontefice – volontà che ritiene espressione. diretta del Segreto di Nostra Signora di Fatima – possa essere in nessun modo intesa quale azione di disturbo a una cerimonia solenne”. Dunque, assicura Sindoca, per “adempiere alla solenne promessa”, Agca “fa sapere che verrà, ma in un altro momento, quando la sua presenza non potrà essere strumentalizzata quale azione di disturbo o di mera e personalistica visibilità, contraria a ogni suo principio e al messaggio di amore e di pace e di costruzione che ha voluto per lui Nostra signora di Fatima”.