Articolo tratto da CosenzApp
Il Cosenza Pride 2025 è pronto a riportare i colori, l’energia e l’impegno sociale per le strade della città sabato 21 giugno. Dopo il grande successo della scorsa edizione, che ha visto oltre 5.000 partecipanti, l’evento torna con lo slogan “Senza esclusione”, segno tangibile di un percorso che continua a promuovere diritti, autodeterminazione e giustizia sociale in ogni ambito della vita collettiva.
L’importanza di un Pride condiviso
Sotto la guida di Arcigay Cosenza e Arci Cosenza, che da anni collaborano per promuovere iniziative legate alla comunità LGBTQIA+, il Cosenza Pride consolida la sua dimensione di manifestazione partecipata.
Grazie al patrocinio e al supporto del Comune di Cosenza, l’edizione 2025 riconferma il suo valore politico, culturale e sociale, dimostrando ancora una volta quanto sia importante offrire spazi di espressione, confronto e rivendicazione collettiva.
Senza esclusione: un impegno concreto
Il motto “Senza esclusione” riassume l’essenza stessa del Cosenza Pride 2025. L’obiettivo principale è la costruzione di una società accogliente, viva e plurale, dove nessuno venga lasciato ai margini. Tra i principali temi al centro dell’evento figurano:
Scuola aperta: promozione di ambienti scolastici inclusivi, in cui ogni studente possa sentirsi libero di esprimere la propria identità.
Sanità accessibile: sostegno a percorsi di salute che tengano conto delle esigenze di tutte le persone, senza barriere burocratiche o culturali.
Diritti civili: rivendicazione di pari opportunità e riconoscimento per le famiglie LGBTQIA+, affinché ogni relazione affettiva abbia la dignità che merita.
Contrasto alle discriminazioni: lotta a ogni forma di violenza verbale, fisica, psicologica e istituzionale, in nome della dignità umana.
Festa, democrazia e responsabilità.
Il Pride è da sempre un momento di festa e celebrazione, ma è anche presidio di democrazia e responsabilità collettiva. L’invito, rivolto a tutti e tutte, è di partecipare portando la propria voce, i propri colori e la propria storia, perché non può esistere liberazione parziale.