Ma perché prosegue, incessante, il nostro Romanzo criminale? Semplice: l’emergenza cittadina narrata sotto forma di racconto di fantasia per evitare guai in un territorio difficile, in cui i pochi (se non unici) giornalisti davvero liberi sono perseguiti e perseguitati invece che sostenuti, è sempre più grave. E infatti il “giornale” il Prestanome Quotidiano, o Mafianews se preferite, va avanti dritto come un treno, servendo (al)la causa di un soggetto (il vero proprietario, anche se occulto) che ha fin qui infiltrato molti settori della società civile catanzarese completamente indisturbato. Oltreché protetto dalle solite note, potenti, conventicole (con un chiaro riferimento al recente film-capolavoro Iddu: Matteo Messina Denaro). E questo mentre nessuno si chiede come… certe redazioni riescano a sovvenzionarsi. Dove, e soprattutto da chi, attingano gli ingenti capitali per stare in piedi sotto la fittizia conduzione della coppia Olindo-Rosa (clandestina e persino contro natura per evidenti motivi, ma nota a tutti nell’ambiente). Perché eterodiretta e al servizio di un’operazione che puzza di illegalità lontano un miglio. Ma a cosa serve una simile manovra che rende Olindo e Rosa tanto preziosi? Ve lo spieghiamo noi, parlando dell’ormai noto… personaggio e dei suoi nefasti interessi, pro mafia, in città.
Il vero padre-padrone de Il Prestanome Quotidiano
Il vero padre-padrone de Il Prestanome Quotidiano (o Mafianews) è un signore che, agendo indisturbato negli ultimi 15 anni e rimanendo (in parte) a… riposo (per paura) solo durante il periodo della massima offensiva giudiziaria gratteriana, ora pare non avere limiti. Neppure di fronte a guai e a un chiacchiericcio di… sottofondo su di lui, che tuttavia lo disturbano appena. Ma di sicuro non ne fermano la pericolosa e contaminante opera di… infiltrazione. Quella di chi, in rappresentanza di spregevoli boss, fa affari in svariati campi. E li fa subornando e comprando, o di contro minacciando e ricattando, chiunque possa costituire un potenziale ostacolo. Che, quindi, letteralmente si… sbriciola da solo. E a riguardo basti pensare a quanti potevano limitare di parecchio il raggio d’azione di questo ormai famigerato soggetto, “spariti” dopo l’intervento delle cancerose conventicole da cui egli è protetto. Schermato da qualunque… affondo, persino della magistratura. In altre parole, fin quando non avverrà qualcosa di clamoroso, sarà impossibile vederlo fuorigioco. E anzi, bisognerà assistere impotenti alla sua tracotanza (stile Al Capone) mentre si professa candido come un giglio di campo, addirittura rivelando lui stesso le accuse che gli vengono mosse. Quasi a volerle destituire pubblicamente di ogni fondamento.
Il motivo dell’esistenza, e del foraggiamento, di certi giornali
Proprio in base a quanto appena scritto, il protagonista del nostro Romanzo ha bisogno di un… megafono per smontare certe voci e accuse su di lui. Ma non gli basta, considerato come sappia che ogni giorno c’è chi raccoglie una serie di documenti e materiale che riguarda lui e i suoi stretti collaboratori. Gente, corrotta, come Olindo e Rosa, chiaramente complici e conniventi di un emissario della criminalità organizzata. Malavita che quindi, come ovvio, paga anche i loro lauti stipendi. Che si giustificano così: reggere giornali con una precisa mission nascosta. Vale a dire capire e riferire prima degli altri cosa maturi in certi ambienti. Che più nel dettaglio significa servirsi di dipendenti non a caso provenienti dalla cronaca giudiziaria. Cronisti abituati, cioè, a… ciondolare in determinati Palazzi e soprattutto ad avere continui contatti diretti, telefonici e social, con avvocati, esponenti delle forze dell’ordine e persino magistrati. Da cui in apparenza in modo legittimo cercano di acquisire notizie. Solo che, come ovvio, quelle stesse informazioni oltreché per realizzare articoli e magari dare gli agognati “buchi” alla concorrenza hanno ben altra valenza e funzione per chi garantisce i loro cospicui emolumenti! Che dunque paga dei giornalisti di… corridoio o sentinelle di… Procura e di Questura.
Il padrone e cosa in realtà gli serve
Ma il danno che si aggiunge alla beffa, come dicevamo prima, è un altro. Ovvero che il “nostro protagonista”, per difendersi da tutto, mentre parla lui stesso delle losche magagne (meglio: gravi reati) in cui è pesantemente coinvolto, necessita di sapere prima, e assai più degli altri, cosa… bolla in pentola negli Uffici di inquirenti e requirenti. Notizie da cui ricava un notevole vantaggio. Perché è noto come i cronisti (in particolare quelli bravi) vengano in possesso di molte più informazioni rispetto a quante ne possano scrivere in un articolo di stampa per una serie di motivi. Che non significa nascondere qualcosa. Bensì, nel caso della cronaca giudiziaria in particolare, significa omettere aspetti privati delle persone attinte da determinati provvedimenti giudiziari. Fatti della loro vita o famiglia, cioè, che non sono pubblicabili. Perché mancanti del cosiddetto indice di notiziabilità o interesse pubblico. Ragion per cui, lo si ribadisce, per certi editori-finanziatori (che editori in realtà non sono, se non sulla carta), l’attenzione è sempre rivolta alle inchieste in corso. O ancor più, nello specifico, a indagini che potrebbero coinvolgerli in prima persona o coinvolgere le temibili e terribili consorterie malavitose di cui sono teste di legno per condurre affari in apparenza leciti come ad esempio riciclare denaro sporco.
Purtroppo c’è anche altro…
Conoscere certe indagini in… tempo reale su se stessi potrebbe però talvolta non essere facile. Ma resta la possibilità, pressoché sicura, di sapere cosa si prepari per colpire boss e gregari di mafia con cui lo stesso “leditore-generoso pagatore” è in rapporti di amicizia e… rispetto (per come intesi nel gergo e nell’ambiente del crimine organizzato). O anche in rapporti di… futuri o pregressi affari. Ecco perché ci aspetteremo che invece di emarginate i pochi giornalisti scomodi, chi di dovere facesse approfonditi controlli su chi (e cosa) paga davvero lo stipendio a certi “giornalisti-sentinelle”. Dal momento che si dovrebbe facilmente capire il loro… doppio ruolo. E si dovrebbe pure sapere che questi “giornalisti” non si fermeranno per gli indubbi vantaggi economici che ricavano dal loro… lavoro. Simile ai lucrosi affari di altri stretti collaboratori del “nostro protagonista”, da lui ben remunerati o di contro posti sotto ricatto. Gente che, a differenza nostra, malgrado ogni problema che può avere non dirà, comportandosi come ovvio di conseguenza, “con la mafia no con la mafia mai!”. Perché tenere la schiena ditta costa tanto, talvolta tutto, persino la vita nei casi più estremi.
Mentre chi, nella politica come in certi altri ambienti, gira la testa per convenienza o viltà, noi chiudiamo questo pezzo con uno slogan tristemente famoso
Mentre a Catanzaro accade quel accade alla piena luce del sole, purtroppo, noi vogliamo ricordare lo slogan (ormai tristemente famoso) urlato da centinaia di esponenti delle forze dell’ordine a dei funerali che nessuno in Italia può dimenticare. Quelli. di fine luglio del 1992 a Palermo per salutare e omaggiare un ultima volta il procuratore aggiunto del capoluogo siciliano Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta. Trucidati forse per mano di Cosa Nostra, ma di sicuro per decisione di famigerati “centri occulti di potere”, mentre portavano avanti l’eroico quanto vano tentativo di proteggere la legalità e le loro stesse vite immolato al Bene e alla tutela della… cosa pubblica, ovvero: “Fuori la mafia dallo Stato!”.
Ecco i link delle precedenti 6 puntate del nostro Romanzo (clicca per leggere):
1) irriverentemente.com/?p=12170
2) irriverentemente.com/?p=12710
3) irriverentemente.com/?p=13045
4) irriverentemente.com/?p=13442
5) irriverentemente.com/?p=13905