La “guerra’, segreta e sotterranea, in Comune, a Catanzaro, è sempre più una realtà. Ma finora è stata abilmente tenuta nascosta. Perché ci sono troppi interessi in gioco. E farla emergere potrebbe non giovare a nessuna delle parti in… conflitto. Che si limitano a schermaglie sulla stampa sul futuro della città, soprattutto in rapporto al sistema sanitario locale. Ma chi si sta scontrando, maggioranza e opposizione? No!

Non si stanno scontrando maggioranza e opposizione, che a Catanzaro semplicemente non esistono

Non si stanno scontrando maggioranza e opposizione, a Catanzaro. Perché quelle due parti nel capoluogo semplicemente non esistono, al di là dei teatrini e delle chiacchiere di prammatica. Dal momento che, fin dal giorno dopo il primo turno delle Amministrative di metà giugno 2022, le compagini sino a poco prima in lotta per superarsi nelle urne si sono quasi fuse in una sola. Avvenne precisamente quando nella settimana di vigilia del ballottaggio, tranne pochissimi… lealisti nei confronti dell’allora aspirante sindaco Valerio Donato e alcuni direttamente interessati a entrare nel civico consesso in caso di vittoria di quest’ultimo, tutti gli altri hanno scelto di votare Nicola Fiorita per le garanzie di disponibilità agli accorduni che dava loro. A differenza dell’intransigente Donato, che l’ha dunque pagata cara!. Perché a fargli le scarpe sono persino stati taluni ex “riferimenti politici e partitici” importanti dell’attuale coordinatore provinciale forzista Marco Polimeni. I quali, al secondo turno, hanno dato “silenziose” indicazioni pro Nick agli elettori. Figuratevi, quindi. Era semplicemente impossibile un esito diverso delle elezioni con un fronte unico pro Nick che andava dall’estrema sinistra a Mimmo Tallini, passando per (fu) Catanzaro da Vivere. Altro che la Rinascita donatiana, quindi.

Ma allora “sta guera” chi la fa? Ecco chi…

Ma allora, se non sono maggioranza e opposizione a… battersi, chi si scontrerebbe nel Palazzo del potere locale più consociativo d’Italia? Lega e Fi. Perché gli azzurri catanzaresi digeriscono sempre meno il diktat leghista per mantenere Fiorita sindaco, almeno fino a quando serve a tenere il posto in caldo al grande capo del Carroccio territoriale e attuale presidente del consiglio regionale Filippo Mancuso. Ordine di scuderia inizialmente recepito alla fine della scorsa estate da Fi. Ma che, con il trascorrere dei mesi, ha determinato un crescente malumore tra i forzisti stessi. Che da qualche settimana sta tenendo alto il livello dello scontro, nell’ambito di una lotta intestina tenuta nascosta per ovvi motivi di opportunità.

I calcoli politici di Fi

Tra i forzisti si fanno continuamente calcoli politici, come ovvio. E, infatti, si inizia già a ragionare, ancora vagamente, sulle prossime Regionali (previste per la fine del 2026) con i papabili candidati Polimeni e Antonello Talerico (vedremo se pure Sergio Costanzo, ma saranno comunque “solo” 2 tra questi 3 attuali membri di Fi dell’assise cittadina citati) che riflettono su un dato. La Lega mancusuiana gli ha sfilato, e continua a farlo, una serie di “appetiti” grandi elettori. Altri consiglieri comunali e pubblici amministratori, cioè. E non solo a Catanzaro. Ma tutti preziosi portatori di voti. E che, soprattutto a uno pronto a tentare il… grande salto verso Palazzo Campanella per la prima volta quale Polimeni, servono come il pane. Ma la maggiore causa di insofferenza, e quindi di attrito, è, come premesso, la pax imposta in Comune con l’operazione, coordinata e portata avanti dall’emissario mancusiano Eugenio Riccio, che potremmo chiamare con una battuta: Alè Nicola!

L’inconfessabile patto segreto Fiorita-Mancuso non convince più tanto Fi

L’inconfessabile e segreto inciucio Fiorita-Mancuso potrebbe spingere Forza Italia, se dovesse convenirle naturalmente, a presentare il conto agli scomodi alleati leghisti. Addirittura anche tramite un esponente come il citato Costanzo, benché personalmente molto legato a Mancuso. Considerato come, peraltro, parecchi anni orsono lo fece ripescare in Giunta. Dopo che, circa 10 anni fa, venne scaricato da Sergio Abramo per poi procedere a un rimpasto del suo Esecutivo. Dettato da un’inchiesta giudiziaria del tempo. A seguito di cui gli assessori allora silurati da Abramo furono in tanti, tra i quali quello al Bilancio Mancuso, e il vicesindaco Baldo Esposito. Ragion per cui, attenzione a Fi. Che, se come detto vi troverà convenienza, alla prima occasione utile saboterà l’asse di ferro Nicola-Filippo. Che agli azzurri piace assai relativamente. Magari, in maniera dispettosa, accadrà proprio all’indomani delle Regionali. Vale a dire all’incirca all’avvio della campagna elettorale per le Comunali del ‘27. Quando, cioè, Mancuso sarà in prima fila per succedere finalmente al… supplente Fiorita, uscendo così allo scoperto.

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