Riceviamo e pubblichiamo
“Tra il grottesco e l’orrendo non c’è che un passo (Arthur Conan Doyle, nds)”.
Grottesca è la nota con cui l’Azienda Ospedaliera Universitaria “Renato Dulbecco” di Catanzaro si premura di richiamare i lavoratori al rispetto delle divise, pause e al decoro da mantenere anche fuori dall’orario di lavoro.
Brutto è invece il trattamento riservato ai dipendenti e ai pazienti di quest’Azienda: turni stressanti a cui è sottoposto il personale sanitario, costretto a sopperire alle gravi carenze di organico senza sostituzioni per malattia o maternità; donne e uomini, costretti a cambiarsi in ambienti promisqui, ammassati su barelle nei corridoi dei Reparti; lo stato dell’Osservazione Breve Intensiva del Pronto Soccorso, dove i pazienti sono costretti a sostare, ben oltre le 48 ore di legge, in condizioni molto disagiate nonostante l’eroico sforzo del personale sanitario che si scapicolla per garantire loro cure e privacy con i pochi mezzi a disposizione; la stragrande maggioranza del personale sia in burnout, per ritmi insostenibili imposti; chiusura, dopo due anni dalla costituzione dell’Azienda, del Pronto Soccorso del presidio ospedaliero Mater Domini con un’intera città priva di un servizio essenziale; il servizio di lavaggio delle divise, che in molti casi restituisce indumenti rovinati e impone tempi biblici di attesa per la sostituzione; molti infermieri siano dirottati su funzioni amministrative, sottraendo risorse fondamentali alla pianta organica e compromettendo il funzionamento dei Reparti mentre l’Azienda finge di non vedere e non verifica la veridicità delle certificazioni che giustificano questi distacchi.
Ma torniamo al grottesco, per non dire orrendo come nella citazione iniziale, di un’Azienda che da due anni non riesce ad approvare un atto aziendale; che non ha un secondo Pronto Soccorso funzionante e che non ha una strategia per ridurre le liste d’attesa o migliorare l’assistenza. Ma che si preoccupa invece delle divise e del comportamento dei lavoratori fuori dal servizio.
La gestione delle attività assistenziali richiederebbe ben altre priorità e non certo una nota che si spinge a regolamentare la vita privata del personale.
Peraltro, non è certo compito dell’Azienda indagare sulla condotta dei propri dipendenti fuori dell’orario di lavoro: laddove necessario, esistono gli albi professionali a vigilare sul comportamento deontologico.
Sperando che le altre organizzazioni sindacali non rimangano silenti anche in questa occasione, come Usb chiediamo che questa “nota grottesca per non dire ridicola” venga immediatamente ritirata.
Pur essendo convinti della buona fede del direttore sanitario Perri, che secondo noi ha avuto solo la colpa di seguire un suggerimento sbagliato, non possiamo accettare una nota che risulta una vera e propria provocazione per tutti i lavoratori.
L’Usb non starà a guardare mentre si svilisce ulteriormente il lavoro e la dignità del personale sanitario: infatti, oltre che il ritiro immediato della nota pretendiamo risposte concrete e immediate ai veri problemi che affliggono l’Aou “Renato Dulbecco”.
Usb “R.Dulbecco”