Luca Brancaccio

Ancora una volta i nostri… riflettori sono puntati sull’Amc Catanzaro o meglio sul suo coraggioso dg (leggi qui quanto abbiamo scritto su di lui a metà giugno scorso: irriverentemente.com/catanzaro-minacce-amc-attento-luca-se-non-ti-fermi-ti-fanno-fuori/). Che sembra, almeno dalle testimonianze da noi raccolte per così dire dall’interno, un dirigente pubblico sì zelante e inflessibile ma al contempo capace e onesto: Luca Brancaccio. Un tecnico con un curriculum di prim’ordine forse non a caso non catanzarese e, altrettanto non casualmente, vincitore di un bando pubblico. Senza padrini (politici) né padroni (personali), dunque. Giocoforza assai diverso dagli innumerevoli servi sciocchi, nani, ballerine, utili idioti o… prestanomi, collocati qua e là nelle postazioni di comando da sempre e ovunque dalla politica tutta. Di destra, sinistra, centro, sopra e sotto.

Brancaccio destinato a rompere il… giocattolo. Colpa grave, anzi gravissimo, nella Città del Peccato

Il dg, non essendo un cagnolino ignominiosamente fedele e scodinzolante del potente di turno, è anche uno che, tuttavia, è suo malgrado fatalmente destinato a rompere il… giocattolo a certi “grumi” di potere cittadino. Stantii e maleodoranti. E soprattutto intolleranti al “fresco profumo di libertà” (mutuando qualche parola di un celebre discorso dell’eroe civile Paolo Borsellino) dell’intransigenza legalitaria che si contrappone al “puzzo” del “compromesso” a… oltranza; delle clientele; della “contiguità e quindi della complicità”. Certo, noi non siamo il verbo della verità e non abbiamo la verità in tasca. Magari ci sbagliamo pure, per carità. Ma badate, cari  lettori, che Brancaccio è già stato oggetto di una lettera minatoria. Un fatto che non è… acqua fresca. E in particolare di lui, in ambienti Amc, si parla come di un “inavvicinabile”, non avvezzo a fare “figli e figliastri”. Uno che ha persino sferzato sulla stampa i dipendenti sfaticati della Partecipata di cui è al vertice… . Cose che in una Città del Peccato come quella dei Tre Colli non possono non sollevare levate di scudi. Perché è noto come vi sia il rischio che una parte degli stessi dipendenti sia in quota ai vari potenti di turno, a cui alludevamo prima. Grave dubbio peraltro non da noi sollevato e su cui urgono accertamenti da parte degli organismi preposti.

Brancaccio e i problemi all’Amc, su cui andranno peraltro fatti gli immancabili approfondimenti di rito alla luce di certi “qualificati rumors”, che non si possono risolvere a colpi di bacchetta magica o dal lavoro di un uomo solo

Al di là delle sorti dell’ingegner Brancaccio, che ci premono per quanto detto finora, ribadiamo la priorità da dare al chiarimento di certi dubbi. Non nostri. Poiché, essendo noi del tutto privi di documenti o prove in merito all’asserita possibile irregolarità dei criteri di selezione del personale dell’Azienda, la riteniamo allo stato assolutamente presunta. Sebbene rimarcando, in linea di principio, l’urgenza di una verifica e un confronto con chiunque possa fugare ogni perplessità in merito. A partire proprio da Brancaccio, figura apicale in seno al management Amc.

Ma, a prescindere da questo importante presupposto, ci dicono da tempo che pare abbia il merito di aver messo mano a tanti aspetti assai negativi in Azienda. Questioni complesse e annose come ad esempio il piano per ridurre al minimo gli sprechi finanziari o per eliminare il malvezzo delle cosiddette corse saltate. Sebbene i problemi siano ancora tanti e irrisolti, almeno quelli grandi e piccoli registrati nell’anno appena trascorso (leggi qui: irriverentemente.com/catanzaro-guerra-aperta-vertici-amc-ai-fannulloni-bene-ma-qualche-operatore-non-ci-sta-e-parla-con-irriverentemente-com-dicendo-le-sue-verita-su-azienda-leggete/).

Senza contare che chi può e deve, in Amc, sta tentando di dargli una mano. Perché in Azienda ci sono altre figure valide oltre a lui, come ovvio. Brancaccio, però, ci continua a dare l’idea di sapere molto bene dove ha messo mano e di restare pertanto al… bivio, come da noi scritto nei mesi scorsi, tra proseguire o fermarsi nella sua opera di… rivoluzione. Che a lungo andare potrebbe fargli pagare pesante dazio.

Il nostro consiglio non richiesto al dg

Ma se possiamo permetterci di dare un consiglio non richiesto al dg, gli suggeriamo di tenere duro. E pensare, come facciamo noi ogni giorno del resto e da una posizione di gran lunga più debole ed… esposta rispetto a lui, a ciò che si dice dei sistemi politici e di potere in generale. Ovvero che: quanto più un regime appaia florido e strutturato (e quindi invincibile ed eterno) tanto più sia fragile e possa crollare da un momento all’altro. Un assunto che vale dal mondo antico ai giorni nostri: dall’Egitto dei Faraoni dell’inumana schiavitù all’Unione Sovietica del fallimentare Socialismo Reale; dal magnifico ma corrotto Impero romano ai deliranti e criminali nazifascismi e dalle illuminate ma controverse Corti rinascimentali al trasversale e capillare sistema tangentizio della Prima Repubblica italiana. Salvo, purtroppo, essere soppiantati in breve tempo da realtà simili o persino peggiori. Ma questa è un’altra storia…

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