Seconda inchiesta denominata di un certo peso, dopo quella di… Natale sull’Aterp e non solo (leggi qui: irriverentemente.com/?p=9878) a carico di colletti bianchi, da quando si è insediato il nuovo procuratore di Catanzaro Salvatore Curcio. Il quale finora non ha fatto tintinnare le manette davanti ai volti noti della città, che ha inquisito, ma non li ha di sicuro risparmiati. Anzi. Ha agito alla svelta con un piglio e uno zelo che, diciamolo subito, ci piacciono. E tanto! Ieri, in particolare, la Procura del capoluogo ha mandato ai domiciliari (leggi qui: irriverentemente.com/?p=10787) stimati docenti dell’Umg e funzionari dell’Asp con l’accusa, a vario titolo, nientemeno che di associazione per delinquere, corruzione, falso, truffa aggravata ai danni dello Stato, maltrattamento e uccisione di animali.

Gli indagati ormai noti a tutti

Gli indagati, li ribadiamo anche se sono ormai noti a tutti o quasi, sono l’ex rettore dell’Ateneo dell’area di Germaneto Giovambattista de Sarro, i professori di Farmacologia e Tossicologia veterinaria, Domenico Britti e Rita Citraro; il presidente dell’Ordine dei Medici veterinari, Giuseppe Caparello; il veterinario specialista, Fabio Castagna;, il dottore con incarico legato allo stabulario dell’ateneo catanzarese, Nicola Costa; il professore di Farmacologia Umg, Antonio Leo; il veterinario designato allo stabulario Umg, Giovanni Loprete; il professore di Farmacologia e farmacoterapia Umg, Ernesto Palma; il dottore veterinario Umg Catanzaro, Anselmo Poerio e il dirigente Asp Catanzaro del Servizio veterinario Giuseppe Viscomi.

Insieme a loro anche il dirigente Asp medico veterinario Luciano Conforto: unico di questo gruppo appena citato a “piede libero”

Perché attinto ‘solo’ dalla misura cautelare interdittiva della “sospensione dall’esercizio delle pubbliche funzioni rivestite in seno all’Azienda Sanitaria Provinciale per 12 mesi”. Ma sempre nell’ambito di questa Operazione, denominata Grecale, in cui sono pure indagati, ma senza applicazione di misure restrittive, l’insigne cardiologo Ciro Indolfi e Pierino Anastasio, Maria Caparello, Cristina Carnesi, Velia Cassano, Donato Cosco, Carmen De Caro, Luca Gallelli, Janda Elzbieta, Angelo Lavano, Natalia Malara, Vincenzo Mollace, Valeria Maria Morittu, Vincenzo Musolino, Nicola Perrotti, Anna Procopio, Emilio Russo, Federica Scarano, Pierfrancesco Tassone, Daniele Torella e Domenico Voci.

Ecco perché è saltato fuori anche il nome del fratello (l’ordinario dell’Umg Santo, detto “Santino) del procuratore della Repubblica di Napoli e simbolo della lotta alla ‘ndrangheta Nicola Gratteri

Tra i citati, ma senza alcun coinvolgimento nell’ambito del procedimento penale, anche il prof Santo “Santino” Gratteri. Ordinario di Medicina Legale all’Unicz e fratello del procuratore della Repubblica di Napoli, simbolo della lotta alla ‘ndrangheta, Nicola. Il motivo? È componente di un Comitato deputato alla certificazione della corretta esecuzione delle procedure veterinarie, ma privo di responsabilità perché preposto al rilascio di un parere “solo scientifico e non nel merito fattuale. Una valutazione esclusivamente tecnica e cartolare priva di quella consapevolezza imputata invece all’Opba (Organismo per il benessere degli animali, ndr) dai cui membri sono dunque stati ingannati pure i membri” dell’Autorità solo scientifica.

I nomi dei presunti colpevoli che destano più preoccupazione

Premesso che a prescindere dalle accuse mosse, ogni soggetto coinvolto in un qualunque procedimento penale, è innocente fino a sentenza definitiva passata in giudicato, figuriamoci quindi se è soltanto indagato, fanno sensazione in primis i nomi dei luminari e illustri cattedratici coinvolti nell’inchiesta: De Sarro e Indolfi. E, tanto per fare un esempio, pure quello di uno stimato professionista come Conforto. Da giovane, soprattutto, assai noto per la sua passione calcistica per le Aquile giallorosse e attivamente impegnato in politica anche con ruoli di un certo spessore. Come in occasione della campagna elettorale a sostegno dell’allora candidato… Ulivista a Montecitorio, nel collegio del capoluogo, a metà anni Novanta.

Una vicenda oscura, che potrebbe essere in un certo senso connessa di cui ci siamo occupati a metà luglio scorso con il dottor Macrì e una voce che mette i brividi solo a pensarci

Al di là dell’indagine specifica di cui si sta parlando, ricordiamo però il nostro approfondimento sulla vicenda del veterinario Roberto Macra raccontata la scorsa metà di luglio (leggi qui:
irriverentemente.com/catanzaro-ma-cosa-arriva-sulle-nostre-tavole-pure-su-questo-si-allunga-lombra-della-mafia-un-veterinario-scomodo-ha-provato-a-far-luce-pagando-dazio/) e le terribili voci di animali domestici, in particolare cani, i cui poveri corpi ormai senza vita sarebbero per così dire stati smaltiti in dei fossati nottetempo. Gettati via, come rifiuti, dopo la cosiddetta puntura. Il riferimento è “all’iniezione letale” che i loro padroni-familiari gli fanno effettuare dai veterinari di fiducia quando i “dolci pelosetti”, per età o malattia incurabile, hanno ad attenderli unicamente una fine ineluttabile tra atroci sofferenze. Un gesto di estrema pietà, quindi. Che spesso costa grandi travagli psicologici a chi li ha amati come familiari. Ecco perché gettarli via in dirupi di certe zone della città e del circondario sarebbe un fatto gravissimo, su cui forse si potrebbe effettuare qualche indagine ad hoc da parte degli organi competenti.

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