Lo avevamo scritto in più occasioni e lo ribadiamo. Tira una brutta aria per noi nel Pd, ma ancor di più (anzi molto di più) per il capogruppo a Palazzo De Nobili Fabio Celia. Che se ieri si è lamentato dell’accordo politico tra il sindaco Nicola Fiorita e i tre componenti del gruppo di Azione in Consiglio, di cui per sua stessa ammissione era all’oscuro prima di apprenderlo dalla voce del collega Stefano Veraldi, figuratevi che ‘casino armerà’ quando addirittura se li ritroverà in… casa. E cioè nel suo Pd, dov’è verosimile che gli occuperanno tutti gli spazi. In un partito che per giunta, detto con franchezza, non lo ho (mai) trattato benissimo. E in merito ricordiamo ad esempio quanto avvenne ormai 5 anni orsono. Periodo in cui eravamo per giunta direttori editoriali dell’ex giornale di Celia (Calabria7) e quindi come ovvio spessissimo in contatto con lui per motivi professionali ma anche di amicizia.
Celia già maltrattato dal Pd tra fine ‘19 e inizio ‘20
Tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020, i Dem negarono di fatto a Celia una candidatura alle Regionali. Era la tornata passata alla storia perché pre-Covid, per così dire. Ma anche quella della sofferta indicazione nel centrodestra della povera Jole Santelli quale aspirante presidente (vincitrice a mani basse). Una scelta, rivendicata e compiuta, dall’allora leader indiscusso di Fi Silvio Berlusconi. Che la preferì ai ‘duellanti’ sindaci di Cosenza, Mario Occhiuto, e soprattutto di Catanzaro Sergio Abramo, per cui peraltro subimmo forti pressioni (non dal diretto interessato o gente che gli era vicina, sia chiaro) affinché parlassimo di lui come del candidato con il nostro solito diniego a farlo. Perché, semplicemente, era una notizia priva di fondamento come i fatti hanno poi dimostrato. Ma mentre noi tenevamo duro sull’Abramo… for president, Celia veniva come premesso escluso dalla corsa per essere consigliere. O quantomeno per stare nel novero dei… papabili con il pretesto (perché al tempo tale era) del coinvolgimento in Gettonopoli (inchiesta sulla presunta indebita percezione dei gettoni di presenza nelle commissioni consiliari). Una questione (quella) così tenue, anche se in verità portò poi a dimissioni di… massa dal consiglio comunale (da Fiorita al neppure indagato Roberto Guerriero, passando per Gianmichele Bosco oltreché Celia of course), che persino per persone molto sensibili ai temi giudiziari come noi non avrebbe meritato l’ostracismo di un Celia impegnatissimo per le sorti del partito. Ma tant’è…
Celia, ieri e oggi, avrebbe forse meritato di più dai Dem
Celia, soprattutto in un partito che da Trento a Milazzo ha tollerato ben altro come nulla fosse, come detto non avrebbe meritato l’esclusione. Ma perché ricordiamo queste cose? Semplice: per affermare che c’è un curioso parallelismo tra ora e allora. Un 2019, cioè, quando ad esempio fu un Mimmo Tallini ancora plenipotenziario locale forzista a offrirgli una candidatura alle Regionali. Che Celia però rifiutò per coerenza, optando poi per l’appoggio elettorale a Flora Sculco (e non è da tutti, considerato anche quello che scriveremo domani sui vari Raffaele Serò, Francesco Scarpino e Antonio Barberio, tornando sul civico consesso… spettacolo di ieri).
Comunque sia, lo stesso iter sembra essere ripercorso adesso. Quando Celia, stavolta senza una candidatura importante di mezzo, è stato a più riprese delegittimato. Tanto da essere ancora una volta più stimato da un forzista (Antonello Talerico) che dai dirigenti Dem. Perché pur se i passaggi, e le parole, della politica attuale hanno poco senso (o quasi nessuno, più esattamente) ascoltare un capogruppo del Comune capoluogo di un grande partito come il Pd, secondo se non addirittura primo in Italia, dire certe cose è quantomeno singolare. Considerato come Celia riveli (lo ribadiamo) al microfono della (fu) Aula Rossa: “Apprendo da Veraldi che Azione è con noi. Ma sarebbe stato meglio si passasse dai partiti e non venisse fuori uno scheletro che speriamo sia l’ultimo. E speriamo pure questi amici siano leali”. Dichiarazioni ascoltando Veraldi ribattere: “I nostri partiti a Roma sono alleati. E poi noi abbiamo parlato con il sindaco e la dirigente nazionale Jasmine Cristallo. Che chissà cosa ne pensa del nostro patto così come Igea Caviano e Gregorio Buccolieri (il quale addirittura è ancora nel Psi, anche se ‘traslocante’ nel Pd, ndr)”. Un modo elegante per dire: “Abbiamo parlato con chi conta e quindi di cosa va a genio a te, a noi cosa importa?”.
Mizzica, che sventola, caro Fabio. Su cui ti tocca… abbozzare. E ripetiamo, ancora una volta, che non lo meriti per quanto hai fatto per il Pd. Ma ribadiamo come sia una storia che si ripete!
La solita immancabile chat, stavolta non su di noi ma sempre su Celia, e le manovre per i congressi di Circolo in città. Se mai si terranno a fine 2024
Pare che da ieri sulla chat interna al Pd, che noi abbiamo ormai reso ‘famosa’, iscritti e militanti stiano ‘istigando’ Celia affinché intervenga sulla stampa sulla questione universitaria. Ovvero su “doppioni e triploni” delle Facoltà di Medicina a Cosenza, Reggio, Crotone e chissà, in un futuro non molto lontano, pure a Vibo. Un po’ scherziamo citando tutte le province, come ovvio. Ma non siamo poi molto lontani dalla realtà. C’è però chi nel partito ha “sale in zucca” e interviene affermando, sempre su Wa, che se ad amministrare da due anni e mezzo è il Pd, o comunque la sinistra, non è che sia l’ideona del secolo imbastire una protesta del genere.
Perché, si domanda qualcuno tra i Dem più intelligenti, “a prescindere dal ‘segno’ del governatore in carica lo avrebbero mai fatto a ex sindaci del Pd come De Luca, De Caro o Gori? I quali peraltro non avevano 7 o 8 consiglieri comunali di destra che gli votavano le pratiche, garantendo loro le rispettive poltrone. E che il presidente della Giunta (o persino del Consiglio nella fattispecie) regionale poteva chiamare chiedendogli di staccare la spina a un sindaco sul piede di guerra. Perché il problema di Catanzaro non è Roberto Occhiuto, o non solo, ma semmai un primo cittadino non autosufficiente, e quindi debolissimo, per sua stessa ammissione. Chiarito ciò, c’è infine il nodo congressi di Circolo con il cristalliano Antonio Ionà che vuol fare il segretario in Centro.
Cosa che, se continuerà la logica spartitoria interna al partito con l’acquiescenza totale di una sempre più… afona base, tra la citata Cristallo e la vicesindaco Giusy Iemma farà invece emergere un coordinatore vicino a Iemma a Lido per riequilibrare subito i rapporti di forza. Ma su questo argomento torneremo a breve, dopo alcuni passaggi che saranno consumati a stretto giro nel quartiere marinaro.