Come diciamo spesso, i diverbi in consiglio comunale a Catanzaro da anni sono soltanto fuffa! Un minuetto fatto di finti battibecchi in cui chi li avvia, o li prosegue, sa bene quale sia il limite da non oltrepassare. Mai! O, di contro, sa che è il “verbo” per chiedere indirettamente qualcosa di preciso a chi governa con un linguaggio ben ‘codificato’. Che veicola il seguente messaggio: “Dammela e la finiamo”. Lo abbiamo detto con i nostri articoli ad esempio ad Eugenio Riccio. Che si è offeso, negandoci i suoi comunicati stampa. Pazienza! E oggi lo ribadiamo ad Antonello Talerico. Che nei mesi scorsi si è offeso pure lui, facendo come Riccio. (Ari)pazienza! Ma al caro Antonello, a cui nessuno in Aula sa o può rispondere per come si dovrebbe, rinfreschiamo pure la memoria su un aspetto per lui dirimente: “Si fa opposizione politica senza deturpare l’immagine della città”. Che bello, giusto! Soprattutto se a governare è lui con un sindaco di… minoranza.
L’opposizione (delicata) di Fiorita da leader dell’opposizione 5 anni fa esatti
Oltre a leggere questo pezzo (cari amici lettori di https://irriverentemente.com/) avrete di sicuro notato la foto che lo correda. Che rivela la maniera fioritiana di condurre l’opposizione. Delicata. Da vero leader del centrosinistra antiabramiano (del Sergìun, allora sindaco) esattamente 5 anni fa. Manco a farlo a posta, cioè, il 10 luglio 2019. Ma come la faceva, poverino? Semplice: radunato (anzi allineato) in perfetta fila con i colleghi Sergio Costanzo (nel suo periodo kommunista, pardon Democrat, quando era il principale sodale di Fiorita), Cristina Rotundo, Fabio Celia e, absit iniuria verbis, il fido (fedelissimo) Gianmichele Bosco. Tutti uniti come un sol uomo. Mentre reggevano uno striscione sul problema (leggasi pure puzza a Lido) del depuratore. Ma fin qui, caro Antonello, è perfino roba facile. Troppo. Si trova su Google con qualche click. Quanto invece non si trova su internet e su cui Talerico dovrebbe quindi farsi ragguagliare proprio dal suo mentore Mimmo Tallini è sul mondo in cui Tallini stesso fece opposizione (delicatissima!) in una burrascosa seduta dell’ormai lontano 2006. Un periodo sepolto nelle nebbie del passato.
Tallini (delicato) come Kruscev
Quando Talerico forse non seguiva la politica locale, dedicandosi legittimamente ad avviare la carriera da avvocato, la realtà locale era diversa. Molto diversa da ora! Ebbene: intanto che lui parli con Mimmo, gli anticipiamo qualcosina noi pur purtroppo sprovvisti di foto. All’epoca scattata in maniera professionale dal bravo fotografo della Gazzetta del Sud. Quotidiano cartaceo per conto di cui a quel tempo seguivamo il Consiglio e tutta la politica locale.
Gli sveliamo dunque che il vulcanico Tallini, imitando nientemeno un comunista di ferro come il compagno segretario generale dell’Urss Nikita Kruscev all’Onu, si levò la scarpa (un mocassino nero a punta, quello calzato al piede destro, of course) e iniziò a sbatterla con violenza sul proprio sc(r)anno. Primo cittadino era Rosario Olivo, che chiese come ovvio l’immediata sospensione della seduta. Chissà perciò, soprattutto se ci fossero stati i social, come avrebbe commentato il promettente Discente il gesto (estremo, anche se a suo modo intelligentemente provocatorio) del Grande Maestro.
E al momento ci fermiamo qui. Ma sempre disposti a impartire (a pagamento, s’intende) lezioni di (piccola) storia politica locale, da lunedì a venerdì, a chiunque ne fosse interessato. Perché se si attendono risposte efficaci in Consiglio a Talerico o a chicchessia… si è fatalmente destinati a restare con tante curiosità del genere insoddisfatte.