Un post Facebook che suona come una condanna! Perché è una fiorente attività economica che ‘chiude’ a esprimerla. In modo inappellabile. Ecco come: “Dopo tutti questi anni siamo costretti a comunicare ai nostri affezionati clienti, amici e a tutta la comunità di Catanzaro, che il Venice Beach Club non aprirà per la stagione estiva 2024”. E il motivo – sostiene lo staff del locale nel prosieguo del duro J’accuse – è che: “Ad oggi i ritardi nelle autorizzazione non ci consentono di iniziare in tempo i lavori di costruzione necessari per garantire un’apertura sicura e puntuale. Nonostante tutti i nostri sforzi, non si è riuscito a definire una data di inizio lavori, tale da offrire anche in maniera parziale i servizi turistici e balneari. Siamo cresciuti insieme, condividendo risate, gioie e momenti preziosi. E sapere – prosegue il testo – che non potremo accogliervi questa estate, a causa di circostanze al di fuori del nostro controllo, ci riempie di profonda tristezza. Vi ringraziamo dal profondo del cuore per la fiducia che ci avete sempre dimostrato e la vostra comprensione”.
Parole come pietre, quelle della proprietà del Venice Beach Club
Parole come pietre, quelle della proprietà del Venice Beach Club, che lasciano in ultimo spazio a una ‘carezza’ (una coccola) per i clienti: “Con affetto e gratitudine infiniti”. Ora, se non fosse vero o ci fosse la… magagna della proprietà del noto ed elegante stabilimento balneare, il Comune farebbe bene a tutelarsi. E subito. Perché, altrimenti, l’immagine di Nicola Fiorita e della sua… Amministrazione, già a pezzi, ne uscirebbe ulteriormente frantumata. E noi vorremmo invece capire se i ‘denunciati’ ritardi dei “permessi” si devono, o meno, a un Palazzo De Nobili che, se avesse delle precise responsabilità, avrebbe mietuto una vittima eccellente. Ossia: l’unico locale della vera movida di Lido. Che per caratteristiche è (pardon, era!) assai diverso dagli stabilimenti limitrofi. Se si eccettua l’area di Giovino, che però resta decentrata dal cuore di Marina. Dove invece trovava appunto ubicazione il Venice Bc. Forse ennesima vittima, ribadiamo, di una burocrazia ‘pachidermica e poco funzionale per le reali esigenze dei cittadini’. Che subiscono i negativi effetti di una politica (locale) tutta… chiacchiere e propaganda. Mentre si balocca con No Autonomia, No Ponte e questioni su cui ha impatto zero! Fuffa pura, nel caso di specie, soprattutto in una città che affonda ogni giorno di più.
La si butta in caciara per cercare di distrarre da una desolante realtà
Forse la si butta in caciara per nascondere fatti gravi come questa “Morte a Venezia” che vi abbiamo appena raccontato. Anzi questo delitto al Venice, mutuando il titolo di un capolavoro. In cui il compositore Gustav von Aschenbach, protagonista del citato film viscontiano, ha fatto la fine del locale catanzarese. Ma, a differenza del Venice, perché folgorato dalla bellezza efebica di un giovanissimo polacco, Tadzio, che frequentava la spiaggia del suo hotel. Un sentimento così forte che lo ha ‘imprigionato’ e ucciso, essendo stato travolto da quest’amore mai assaporato. Ma perché, a differenza dei gestori del Venice invece molto attivi e loro malgrado inermi, Gustav è stato pure rinunciatario. E si è lasciato consumare più dal sogno di una relazione con Tadzio che dalla stessa malattia da cui non avrà scampo. Mentre quelli del Venice, ripetiamo, sono morti perché non hanno potuto lottare di fronte a un… destino cinico e baro. Fato che potrebbe però avere, chissà, il volto di un Fiorita stavolta in versione Tadzio.