Riceviamo e pubblichiamo
Il 22 maggio scade la cosiddetta Manifesrazione d’interesse, inderra dal Governo regionale calabrese, trelativa alla vertenza del cosiddetto bacino dei tirocinanti d’inclusione sociale, lavoratori.
Che ricevono una retribuzione, coperta dll’erogazione do denaro pubblico, senza avere una cotrattazione nemmeno lontanamente paragonabile, al contratto di pubblico impiego.
Lavoratori che contribuiscono eroicamente a supplire,alle carenze organiche dei Comini calabresi sottodimensionati fortemente nelle loro piante Organiche.
La Regione per ognuno di loro stanzia 25 mila euro, che possono essere utilizzate per aiutare la stabilizzazione nell’Ente dove prestano servizio, o concessi per avviare una eventiale attivotà imprenditoriale.
Le coperture finanziarie stanziate dalla Regione, rappresentano una dote, per ogni tirocinante, che è stato calcolato che senza il contributo degli Enti, dove i lavoratori prestano servizio, può essere sufficiente senza una stabilizzazione di questi Enti, per coprire le retribuzioni soltanto per i prossimi 15 o 16 mesi.
A questa manifesrazione d’interesse a due settimane dalla scadenza del bando, hanno aderito 35 Enti su 475,la maggioranza sono Municipi, che per il 45% sono in una situazione di dissesto o pre dissesto finanziario, quindi anche sé lo stanziamento di queste risorse non può essere utilizzato per altro, non hanno la possiblità di stanziare altri soldi pubblici su questa voce del bilancio.
Come spesso accade, la politica nazionale e regionale, quando si tratta di affrontare le questioni serie, gioca a rendere la situazione confusionaria, attraverso la lpgica dei rimpalli di Responsabiità.
Questa terra di Calabria, ha negli anni maturato sacche di precariato concentrato nella macchina delle partecipate della Regione Calabria o in alri Enti sussidiari, che molto spesso come le Provincie o i Comuni sono titolari delle funzioni amministrative, a cui la Regione non trasferisce le Risorse.
Intanto alla fine pagano sempre, qurelli che rappresentano l’anello più debole i lavoratori, poi ci interroghiamo perché la partecipazione democratica ormai rappresenta una chimera e l’astensionismo la regola.